Appunti: Helicoid-Hospital

Modello di Ospedale post-covid19
L’ospedale nel prossimo futuro deve poter soddisfare nuove richieste di contenimento delle forme infettive che si diffondono sul territorio nazionale.
Il nuovo complesso può assicurare una maggiore sicurezza se aggrega ai consueti ambienti posti al suo interno anche spazi a corredo dei reparti. Questi ultimi si riservano il compito di contenere adeguate attrezzature diagnostiche utili a un checkup mirato.
Il passaggio di piano o tra ambienti posti allo stesso piano deve avvenire in conseguenza di tale controllo, al fine di contenere e allo stesso tempo accertare la presenza di forme infettive tra le persone introdotte in ospedale. Questa fase può essere assicurata in diversi step, all’ingresso in ospedale, al passaggio di piano e al raggiungimento dei primi locali di accoglimento nel piano di arrivo.
L’attenzione alle “plurime fasi di controllo” proviene da un aspetto rilevato nel corso della pandemia covid19:
In tale occasione le persone che non hanno ancora riscontrato questa forma virale sono entrate in contatto con persone infette, e solo in una fase successiva hanno manifestato sintomi e in diversi casi stati di peggioramento fisico. In questo trascorso temporale le stesse persone sono state introdotte in strutture ospedaliere destinate al malato generico. Tale operazione di smistamento ha prodotto una crescita incontrollata di casi e ha messo a rischio l’incolumità di operatori e di degenti gravi.
Dal caso descritto emerge quindi la necessità di non poter identificare nell’immediato le persone che possono riscontrarsi positive alla forma virale. Le stesse devono, però, essere identificate sin dalle prime fasi e soprattutto al momento del loro ingresso in ospedale. La tempestività è assicurata dai controlli mirati.
Per le ragioni appena descritte, occorre che l’arrivo al piano faccia confluire le persone che hanno superato un primo controllo per rilevamento a scansione di temperatura (o altre forme similari), in ambienti di controllo mirato. Da questi si procede a immettere le persone sottoposte a checkup agli ambienti successivi.
L’idea principale consiste nel confezionare un insieme di ambienti in modo tale che l’arrivo al piano, ottenuto per mezzo di ascensori a controllo automatizzato, avviene in uno spazio centrale (camera-filtro) destinata alle operazioni di controllo e di servizio. In una fase (step) successiva si accede alle unità di piano (reparti o sotto-reparti).[1]
UNITA’ DI REPARTO AUTONOMA
L’unità di reparto è aggregata al corpo centrale attraverso una propria struttura di sostegno e si comporta come corpo autonomo. La stessa è provvista di un locale sottostante (vano tecnico) destinato a contenere attrezzature e impianti di alimentazione energetica e di supporto all’unità di reparto. Le pareti dell’unità sono attrezzate per mettere in comunicazione i due ambienti.
ASPETTI COSTRUTTIVI
Il vano tecnico contiene anche l’impianto di climatizzazione e ricambio d’aria dell’ambiente soprastante. In questo modo l’unità può essere isolata in caso di contaminazione per via aerea. Lo stesso principio vale anche al contrario.
Dei rilevatori di piano possono offrire supporto, analizzando l’aria viziata e identificando l’eventuale presenza di forme virali. Il dispositivo può archiviare il dato attraverso un computer centrale e demandare ad altre parti automatizzate il compito di mettere in allerta il personale, e sottoporre a forme di confinamento singole unità o interi piani. Ogni piano agisce come compartimento.[2]
Delle celle fotovoltaiche poste sul piano di copertura offrono supporto all’unità e secondo il caso possono generare energia sufficiente per riconfermare la funzione autonoma dell’unità.
ASPETTI FORMALI
Le unità di reparto si raccordano radialmente al corpo centrale e danno vita a un disegno elicoidale simile alla struttura del DNA umano. L’aggregazione delle sue parti genera dei blocchi costruttivi che si elevano tra i 5 e i 7 piani fuori terra. L’altezza contenuta consente di generare più volumi, a estensione prevalente orizzontale. Gli stessi prevedono unità raccordate al corpo centrale in punti differenti e a elica distinta da caso a caso.
Ogni blocco mostra differenze che ricalcano quelle del DNA umano. L’attenzione per i particolari può emergere dal disegno della struttura portante, attraverso un traliccio spaziale in legno (arricchito da una lama metallica), in cui lo schema triangolare torna anche all’interno del piano, a indicare la cellula umana.
ASPETTI AGGIUNTIVI
Umanizzazione
Ogni blocco differisce dall’altro in base alla disposizione delle unità di piano, per numero e per disposizione ruotata intorno al centro dell’elica. Il blocco si confeziona nell’insieme di piani in modo personalizzato, sottolineando la sua natura particolare (unica di genere).
All’interno delle unità di reparto o di ogni piano è presente uno spazio dedicato al paziente e alle ore di evasione. Lo stesso può accogliere al suo interno una serie di elementi oggettivi che mettono a proprio agio il paziente e il visitatore (tavolo e seduta simile all’arredo domestico, quadri, poster e decorazioni).
Flessibilità
Le unità sono pensate in modo tale da garantire una buona versatilità dello spazio interno. Il mobilio, come pure il servizio igienico, può essere confezionato in modo diverso. La libertà distributiva degli elementi è resa possibile dalle pareti attrezzate che si sviluppano radialmente verso l’esterno (passaggio d’impianti).
QUALITA DEL SERVIZIO OSPEDALIERO
La qualità del servizio ospedaliero è assicurata da un numero ristretto di pazienti per piano. Il personale dell’ospedale assegnato al piano può variare da 3 a 4 operatori, in numero superiore se il caso lo richiede. In questo modo l’attenzione che l’operatore rivolge al paziente può essere maggiore rispetto a quella prestata nelle normali corsie ospedaliere. Questa condizione consente all’operatore di attingere maggiore tempo per dedicarsi anche alle normali pratiche di routine e di trovare tempo per disimpegnare anche il proprio ruolo all’interno delle unità di reparto.
Il piano destinato alle degenze può contenere uno spazio hobby o di ristorazione, utile per offrire soprattutto al personale un luogo di ristoro fisico e mentale momentaneo. Lo stesso può essere convertito in qualsiasi spazio che si rivela utile agli utenti del piano.
[1]Appunti precedenti: L’ospedale del prossimo futuro deve poter garantire una sicurezza contro eventuali forme infettive che possono sfociare in una pandemia. Questa sicurezza antisettica degli ambienti deve poter avvenire su tre fronti:
igiene periodica degli ambienti da parte di personale specializzato;
presidi permanenti all’interno del complesso ospedaliero capaci di filtrare e igienizzare personale, degenti e ospiti. Quest’ultimi riconoscibili e identificati in: - spazio-calmo-antisettico munito di rilevatori (termoscan professionale) e strumenti diagnostici d’ingresso a ogni reparto; - raccordi o spazi di accesso ai piani muniti di rilevatori (termoscan o altro); - eventuale zona di preparazione/cambio abiti per operatori e ospiti, distinte;
climatizzazione ambientale a controllo aria-antisettica. L’intero complesso ospedaliero può garantire maggiore efficienza dal punto della sicurezza antisettica ambientale se prevede una ripartizione della degenza per singole unità ambientali, corpi di degenza individuali raccordati al complesso mediante una combinazione di spazio-calmo-antisettico + zona cambio-abiti.
[2]Appunti precedenti: Questi presidi permanenti garantiscono un flusso/deflusso delle persone mantenendo un rigido protocollo di difesa immunitaria in forma indiretta. Gli stessi devono poter garantire sempre il mantenimento dei livelli di sicurezza richiesti (di base oppure superiore). L’intero complesso ospedaliero va distinto per zone a maggiore, medio e minore pericolo di propagazione virale. Con ciò s’identificano le diverse zone in funzione a un livello di sicurezza prestabilito e identificato da un colore (rosso, giallo, bianco). Il passaggio da un reparto all’altro dev’essere assicurato da una valutazione (rilevamento-diagnostica) che cresce al crescere del pericolo.
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